di Dr. Vandana Shiva – Huffington Post Italia, 10 dicembre 2014

Genetically modified food, artwork

Fonte: http://www.huffingtonpost.it/vandana-shiva/eliminare-gli-oppositori-strategia-ogm_b_6301340.html

Nel 1962, Rachel Carson uscì con una pubblicazione rivoluzionaria sugli effetti nocivi causati dai pesticidi cancerogeni come il DDT. Immediatamente si ritrovò bersaglio di una brutta campagna diffamatoria orchestrata dal produttore del veleno, una società con sede a St. Louis.

Questa compagnia sottopose la Carson e il suo libro, “Silent Spring” (La Primavera Silenziosa) a violenti attacchi. Arrivarono al punto di pubblicare una parodia del suo lavoro intitolata “The Desolate Year” (L’Anno Desolato), che ritraeva un mondo senza agenti cancerogeni come il DDT, come un mondo pervaso dalla fame e dagli insetti. Nonostante questi attacchi, “Silent Spring” ha continuato a vendere milioni di copie e ha vinto il National Book Award. Oggi è ampiamente considerato come il libro che ha dato origine al movimento ambientalista.

L’antagonista della Carson – la Monsanto – non ha vinto alcun premio per “The Desolate Year”. Ne tantomeno si sono verificati gli scenari terribili delineati nel suo caustico manifesto, quando gli Stati Uniti bandirolo il DDT nel 1972. Oggi la diatriba è stata ampiamente dimenticata. Ma l’esperienza della Carson è una storia importante da ricordare, perché cinque decenni dopo, la Monsanto continua a esercitare queste tattiche spietate contro una nuova generazione di attivisti.

Il dibattito sui pesticidi continua, ma si è ampliato per includervi una nuova linea di prodotti preoccupanti, ovvero gli Organismi Geneticamente Modificati, meglio noti come OGM.

Se c’è una cosa chiara nel dibattito sulla pericolosità degli OGM, è questa: le compagnie come Monsanto farebbero o direbbero qualunque cosa per negare il numero crescente di fondate preoccupazioni sui suoi prodotti.

Questo comprende anche la tattica di gettare fango su chi dissente, esattamente come accadde mezzo secolo fa alla Carson. Ogni volta che viene messa di fronte a critiche efficaci, l’industria degli OGM e i suoi apologeti, tipicamente, cercano di “eliminare l’oppositore” piuttosto che discutere i fatti.

Nel mese di agosto il giornalista del New Yorker Michael Specter ha pubblicato un pezzo terribilmente fazioso, chiaramente destinato a minare la mia credibilità, per la mia posizione contro gli OGM.

Altrettanto preoccupante è stato il ricorso di Specter ai miti perpetrati da Monsanto e dai suoi alleati per minimizzare la polemica – e promuovere i presunti benefici – degli OGM.

Navdanya International ha pubblicato una replica argomentata e completa del pezzo di Specter che potete leggere qui. Incoraggio i lettori ad usarlo come un riferimento nel dibattito in corso sugli OGM.

La replica fa luce sulla ricerca scadente di Specter. In particolare, scardina le sue argomentazioni pro-OGM, dimostrando chiaramente che si basano su falsità che si possono smentire facilmente.

Ad esempio è imbarazzante come Specter evochi la carestia in Bengala del 1943, per sostenere la sua posizione sugli OGM, dicendo che questi avrebbero potuto evitare una carenza di cibo. Sembra essere completamente all’oscuro del fatto che le carestie si verificano spesso in luoghi con adeguato approvvigionamento alimentare. Infatti, era quello il caso nel 1943, quando la Gran Bretagna esportava cibo dall’India, mentre tre milioni di bengalesi morivano di fame.

L’economista premio Nobel Amartya Sen ha chiarito decenni fa come la mancanza del diritto politico ed economico sul cibo – piuttosto che una mancanza di approvvigionamento alimentare – è spesso la causa di carestia. La carestia del Bengala non è stata causata da una carenza di cibo. È stata causata da uno squilibrio di potere.

Questo stesso squilibrio di potere è quello che le multinazionali affamate di profitto come Monsanto, tendono a imporre ai contadini e cittadini di tutto il mondo. Gli agricoltori della zona del cotone in India, gravati da pesanti debiti a causa dei costi altissimi dei semi imposti da Monsanto, si suicidano in numero allarmante. Se le multinazionali OGM come la Monsanto avessero voluto aiutare i poveri, avrebbero potuto iniziare sollevando questi agricoltori dal peso del debito.

Naturalmente, chiunque osi sfidare gli immorali monopoli OGM, si trova immediatamente accusato di fomentare la fame. A questo proposito, non molto è cambiato dai tempi di Rachel Carson. Questa vecchia teoria senza fondamento non riuscì a fermare Carson, il cui lavoro ha portato ad un divieto del DDT negli Stati Uniti nel 1972. Fallirà anche nel cercare di fermare quelli come noi che lavorano per sensibilizzare le persone sui rischi degli OGM e dei pesticidi nel 21° secolo.

Per ulteriori informazioni su come respingere i miti sugli OGM, potete di leggere l’intera replica pubblicata sui siti di Navdanya International e Seed Freedom.

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