di Dr. Vandana Shiva – L’Huffington Post, 3 febbraio 2015
Gli accordi di libero scambio vengono sempre presentati come dei mezzi per facilitare i commerci e per aiutare la crescita economica. La verità è che facilitano i diritti delle multinazionali, a spese dei diritti dei cittadini garantiti dalle costituzioni. Insomma, invece che ‘libero scambio’ si deve parlare di ‘non libertà’.
IL TTIP – il Trattato Transatlantico sugli investimenti – che viene discusso in questi giorni a Bruxelles tra Europa e Stati Uniti è un esempio di quanto siano minacciati i diritti dei cittadini.
In primo luogo, il processo negoziale stesso è segreto e assai poco trasparente: quello di questi giorni è un round avanzato e ancora nulla si conosce realmente dei suoi contenuti. Secondariamente, il cuore dell’accordo è rappresentato dalle cosiddette norme ISDS (Investor State Dispute Settlement) che stabiliscono come gli investitori stranieri, cioè le multinazionali, possano trascinare i governi di fronte a un tribunale di arbitrato internazionale se pensano che i loro diritti siano stati violati. E visto che i diritti delle multinazionali si traducono nel cercare mercati e profitti ad ogni costo, tutte le decisioni democratiche prese per difendere l’interesse pubblico diventeranno materia per cause ISDS. Quando i cittadini tedeschi, dopo il disastro di Fukushima, hanno votato contro il nucleare, la Germania è stata citata dalla compagnia svedese Vattenfall per più di 3 miliardi di euro. L’Uruguay è stata portata in giudizio dalla multinazionale del tabacco Philipp Morris per le avvertenze sanitarie sui pacchetti.
Come hanno detto i Verdi europei, “il processo decisionale democratico ricadrà forzatamente sotto la scure dell’arbitrato internazionale. Gli Stati accusati avranno solo due opzioni: o recedere dalle loro decisioni o pagare somme enormi per compensare gli investitori”.
La terza minaccia contenuta nel TTIP è costituita dal fatto che nei suoi obiettivi rientra il cibo e gli standard sanitari stabiliti in Europa attraverso i processi democratici. I temi di agricoltura e cibo che entrano nel negoziato sono parecchi e importantissimi: coltivazioni OGM, etichettatura, farmaci animali e ormoni per il bestiame, benessere animale, antibiotic negli allevamenti, pollame chimicamente lavato nel cloro, nanotecnologie e altro ancora.
Il dibattito sugli OGM è già intenso, tra le due sponde dell’Atlantico. L’Europa è rimasta OGM Free perché le sue decisioni sono basate sulla scienza e sulla democrazia. Una delle più grandi differenze tra i due continenti è il principio di precauzione: in Europa, se la scienza non riesce con certezza a determinare o meno l’esistenza di rischi, si applica il principio di precauzione e il prodotto non viene immesso sul mercato. In Usa, le multinazionali si oppongono a decisioni come il bando dei neonicotinoidi che sono responsabili della moria delle api.
Se il TTIP va avanti, il divieto europeo di coltivazioni ogm e quello sull’uso di pesticidi pericolosi, rischia di essere cancellato – nonostante le assicurazioni che sono state fatte da alcuni governi – soprattutto a causa delle norme che di fatto permettono alle multinazionali di ottenere un risarcimento miliardario dagli Stati.
Dato il controllo delle corporation agrochimiche e biotecnologiche su alcuni settori scientifici, il TTIP minaccia insomma di smantellare il sistema di garanzie sul cibo e sulla salute. E una volta che le leggi e le politiche europee verranno smantellate, anche il resto del mondo sarà più vulnerabile.
Ma non basta: la minaccia finale del TTIP viene dai diritti di proprietà intellettuale, definiti come “riconoscimenmto dei diritti morali ed economici dei creatori sulle loro creazioni”. Oggi si cerca di trattare come prodotti intellettuali semi e forme di vita. Negli Stati Uniti, dove una giurisprudenza falsa e distorta dal punto di vista etico ha effettivamente superato i limiti, gli agricoltori sono stati citati per aver conservato i semi, per aver fatto crescere le colture da semi comprati al mercato ‘libero’ (come nella causa Bowman vs Monsanto). In una mia lettera aperta al Presidente Obama ho sottolineato le molteplici distorsioni della legge che sta permettendo tutto questo.
Il TTIP non riguarda il libero commercio. Riguarda il fatto che le multinazionali siano più o meno libere di distruggere le nostre vite e le nostre libertà. Riguarda il fatto che vogliamo o meno restare liberi di costruire società democratiche e giuste.
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Free Trade : Unfreedom – Vandana Shiva schreibt in der Huffington Post (Englisch) | Demokratie erhalten! – Gegen TTIP, TISA und CETA! says:
Febbraio 25, 2015 at 12:56 pm -
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